28 agosto, 2025

Come funziona una Causa di Beatificazione?

 

Come funziona una Causa di Beatificazione?

Credo di far piacere ai Lettori pubblicare il testo, inviatomi di recente da Mauro Faverzani, della trascrizione dalla registrazione di una conferenza che feci a Ferrara nel 2012 in qualità di Postulatore della Causa di Beatificazione del Servo di Dio Padre Tomas Tyn, Causa alla quale stavo lavorando dal 2006.

L’interesse che è dato da un evento del genere sta nel fatto che una Causa di Beatificazione è sempre un evento ecclesiale che comporta un travaglio costruttivo all’interno della Chiesa, una specie di parto doloroso, ma costellato anche da eventi gioiosi, un confronto tra favorevoli e contrari, col susseguirsi di fatti straordinari, imprevedibili e inspiegabili, sia positivi che negativi, che hanno dell’incredibile, eppure sono veri e testimoniati. 

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/come-funziona-una-causa-di.html


 Video: https://youtu.be/Be8YXY8Vec8

 

 

 

 

 



Ferrara, 17 marzo 2012, incontro a S. Spirito (Ferrara) sul S.d.D. Padre Tomas Tyn‏.

Da:

http://www.studiodomenicano.com/cronaca.htm

27 agosto, 2025

È possibile che esistano altri soggetti umani in altri pianeti?

 

È possibile che esistano altri soggetti umani in altri pianeti?

 

Che cosa dice la ragione

Quando ci poniamo la questione se una data cosa è possibile, dobbiamo tener presente che esistono due tipi di possibilità: la possibilità ideale o concepibilità, che riguarda l’essenza della cosa e la possibilità reale, che riguarda l’esistenza, ossia se la cosa può effettivamente esistere. E poi bisogna aver chiarito di che cosa stiamo parlando, cioè occorre dare una definizione della cosa della cui possibilità ci stiamo occupando.

Così, quando si parla di «extraterrestri» o di «alieni» a che cosa pensiamo? Che idea ce ne facciamo? Facciamo un discorso razionale, scientifico o filosofico o lavoriamo con la fantasia o la mitologia, pensiamo ai personaggi dei film di fantascienza americani?

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/e-possibile-che-esistano-altri-soggetti.html

 

Non c’è qui spazio per la somiglianza. Non diciamo che 2+2 assomiglia 4, ma che è 4. Ora la nozione di uomo non è analogica: l’ente uomo o è uomo o non è uomo. Non ci sono sfumature, gradi o forme intermedi, passaggi senza soluzione di continuità fra l’uomo e il non uomo, come credeva Darwin.

Non esistono gradazioni dell’essere uomo come nelle realtà analogiche, per esempio nella vita, nel pensiero, nella luce, nell’amore, nella bontà, nella virtù e così via.  La specie umana non ha sopra o sotto di sé una forma simile, ma una specie semplicemente differente: al di sopra, l’angelo; al di sotto, la bestia.  Si toglie un’unità - la ragione - ed otteniamo la bestia. Si aggiunge un’unità – l’intuito - e si ottiene l’angelo.

Immagine da Internet

25 agosto, 2025

Attualità di Giordano Bruno - Quinta Parte (5/5)

 

Attualità di Giordano Bruno

Quinta Parte (5/5)

 

Come Bruno, gli idealisti cadono nel panteismo perché credono che distinguere voglia dire separare e contrapporre. Non hanno la percezione della diversità, dell’alterità, dell’analogia, della proporzione, dell’armonia, dell’adeguazione, della convenienza e della somiglianza. 

Per i panteisti la contraddizione si risolve, ma ritorna. La conciliazione si attua, ma nella contraddizione. L’identità esiste, ma nella negazione, la vita vince la morte, ma la morte ritorna. Per questo, nel tentativo di unire, confondono. Da qui la confusione panteistica del mondo con Dio.
 
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Ricordiamo che nella Russia nel sec. XIX il grande filosofo e teologo Vladimir Soloviev, erede della spiritualità platonico-plotiniana di ascendenze parmenidee, ha formato il concetto dell’unitotalità (vseedinstvo), come totalità del molteplice unificata nell’Uno, che riprende l’Assoluto scellinghiano, erede a sua volta del monismo bruniano.

Il panteismo bruniano stimola due orientamenti ovvero si muove in due direzioni o dà spazio a due possibilità: una di tipo parmenideo, extratemporale ed extraspaziale, eternalista, di tipo statico, la quale assume solo la causa formale o ideale e ignora il divenire e un’altra di tipo eracliteo, storicista, evoluzionista, che ammette la materia, l’azione, il fare e la causa efficiente e produttiva e quindi la storia.

La seconda forma è quella del monismo eternalista di Emanuele Severino, il quale salta lo storicismo hegeliano di marca eraclitea, e si rifà direttamente al monismo panteista parmenideo. Severino sintetizza il suo pensiero in alcune frasi dove egli presenta la totalità come coincidenza dell’essenza con l’esistenza, e dunque per lui l’essere coincide con l’essere divino.

Severino è nella linea del parmenidismo bruniano quando pone la divinità e l’eternità dell’essere, perchè l’uno parmenideo e bruniano non è altro che l’uno divino dell’essere sussistente-

Notiamo altresì che entrambe le forme di panteismo che ho descritto sopra negano l’adeguazione del pensiero all’essere identificando il pensiero con l’essere, con la differenza che mentre per Gentile il pensiero produce l’essere, per Severino il pensiero è l’apparire dell’essere.


Immagine da Internet: Vladimir Soloviev

19 agosto, 2025

Attualità di Giordano Bruno - Quarta Parte (4/5)

 

Attualità di Giordano Bruno

Quarta Parte (4/5)

 

Filosofia e religione

Con la filosofia noi scopriamo Dio come causa prima e scopo ultimo del mondo e ci scopriamo come persone, quindi enti spirituali, simili a Lui. A questa conoscenza di Dio, che interpella la nostra volontà e il nostro agire, noi rispondiamo, se siamo umili ed onesti e interessati alla nostra vera felicità, con la virtù di religione, per la quale entriamo in dialogo con Dio, gli parliamo ed Egli ci parla. In particolare gli rendiamo culto con l’ossequio della nostra volontà e l’offerta di sacrifici in espiazione per i nostri peccati e per ottenere da Lui grazie e favori in ordine alla nostra salvezza e al conseguimento di una partecipazione soprannaturale della sua stessa vita divina. 

Bruno non propugna una vera e propria religione, ma una forma di corruzione della religione, e precisamente una forma di magia e di idolatria, che anziché essere un servizio divino, diventa un culto di Satana e anziché agire a favore della salvezza eterna, conduce le anime ad una superbia che è sorgente di ogni male e di ogni peccato.

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Bruno non concepisce uno spirito che non sia unito alla materia. Per questo per lui non esiste materia che non sia vivente. La materia è divina come lo spirito.  La materia è spirituale e lo spirito è materiale. Per questo l’essere materiale è essere pensato e il pensiero coincide con l’essere materiale. 

Come Dio per Bruno è composto di anima e corpo, così il mondo, manifestazione e attuazione di Dio, è composto di anima e corpo. L’uomo, a sua volta, composto di anima e corpo, è al contempo potenzialmente Dio e attuazione del mondo. Come l’uomo è un animale ragionevole, così il mondo e Dio sono un unico immenso animale divino. Dio è l’elevazione dell’uomo e del mondo, mentre mondo e uomo sono l’abbassamento di Dio. Il Tutto e l’uno sono dunque l’unità di mondo, uomo e Dio. Tutto è in Tutto, dove tutto comunica con tutto e ogni cosa con ogni cosa.

Per Bruno Dio è l’unica sostanza, come per Parmenide e Plotino, ma non è pura sostanza. Essa è sostanza con modi e accidenti. E questi accidenti o modi sono gli enti mondani. La materia è la sostanza di Dio e lo spirito è la forma della materia. Uomo e mondo sono modi d’essere di Dio, come vedremo poi in Spinoza. Ma in Bruno c’è una differenza da Spinoza, che l’uomo non è un modo d’essere o accidente di Dio, ma è più radicalmente Dio stesso in potenza e ciò che Dio diviene attuando sé stesso come mondo.  

Immagine da:  https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2021-11/convegno-universita-gregoriana-bellarmino-anniversario-gesuiti.html

14 agosto, 2025

Attualità di Giordano Bruno - Terza Parte (3/5)

 

Attualità di Giordano Bruno

Terza Parte (3/5)

Gnosticismo

Lo gnosticismo è quell’atteggiamento mentale per il quale il soggetto si ritiene in modo tracotante e dogmatico in possesso del sapere divino o di essere egli stesso questo sapere, ovviamente non nel senso di conoscere tutte le cose nel dettaglio, ma immagina di identificare il suo sapere o anche se stesso col sapere divino. In queste condizioni il soggetto si convince di saperne più di Cristo in fatto di teologia, per cui giudica il suo concetto di Dio come quello giusto e quello della rivelazione cristiana come frutto dell’immaginazione.

Lo gnostico non ritiene che la sua limitata ragione possa essere informata dalla rivelazione cristiana circa una più alta conoscenza di Dio, ma ritiene di ricevere la rivelazione metacristiana dalla sua stessa autocoscienza divina.  La chiami fede (Lutero) o la chiami ragione (Hegel), parli (ermetismo, Schelling, Heidegger) o non parli di rivelazione (Bruno, Fichte, Hegel, Severino), in ogni caso lo gnostico ritiene di possedere la scienza divina non mediante la rivelazione cristiana, ma immediatamente ed atematicamente nella sua autocoscienza, ossia nella coscienza del suo io potenzialmente o attualmente io assoluto, Uno-Tutto (Bruno, Fichte, Schelling).

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Esistono due tipi di panteismo: c’è quello storicista di Hegel e quello eternalista di Severino. Entrambi partono dal monismo di Parmenide, solo che Hegel vi aggiunge Eraclito per spiegare il divenire, la causa attiva, il tempo e la storia, mentre Severino non ammette alcuna causa efficiente, ma solo quella formale, per cui il divenire, la causalità, il tempo e la storia non sono realtà, ma solo l’apparire e scomparire successivo e spaziale finito dell’eterno e dell’uno. È un’applicazione del metodo matematico in metafisica, e quindi è un confondere la metafisica con la matematica.

Nel monismo manca la nozione analogica di partecipazione, che viene intesa solo in modo quantitativo. Qui l’essere per partecipazione è confuso con l’esser parte, e l’essere per essenza è confuso con l’esser tutto. L’essere sussistente è confuso con l’essere.

Diventa allora impossibile l’essere creato dal nulla. La negazione, la privazione, il male non son più essere di ragione o essere ideale, ma diventano reali o scompaiono. L’ideale infatti coincide col reale, il pensiero con l’essere. E quindi ecco l’idealismo. Dunque idealismo, monismo e panteismo sono inscindibili e si richiamano l’un l’altro.

Esiste una differenza fra monismo e monoteismo. Entrambi ammettono Dio come assoluta Unità, ma mentre nel monismo esiste solo Dio come unico ente, nel monoteismo esiste un solo Dio creatore del mondo. In entrambi nulla esiste al di fuori di Dio che possa essere uguale a Dio. In entrambi nulla può essere paragonato a Lui o si può aggiungere a Dio così da migliorarlo. In entrambi casi a Dio non manca di nulla, così che abbia bisogno di essere completato da altro da sé. Tuttavia ciò non vuol dire che non esistano enti fuori di Dio, il cui essere però non aggiunge all’essere divino, perché è un essere per partecipazione. Col creato non c’è più essere, ma ci sono più esseri.

Il monismo suppone l’identificazione dell’essere con l’essere divino e del pensiero con l’essere, mentre nel monoteismo l’essere è analogo, si predica analogicamente di Dio e del mondo, appartiene analogicamente a Dio e al mondo. Nel realismo monoteista il pensiero è identico all’essere solo in Dio, ma non nel sapere creato.

Immagine da Internet: 
- Ritratto di Papa Clemente VIII, Cavalier d'Arpino, Museo diocesano di Senigallia  

12 agosto, 2025

Attualità di Giordano Bruno - Seconda Parte (2/5)

 

Attualità di Giordano Bruno

Seconda Parte (2/5)

Realismo, idealismo, gnosticismo

 

L’attualità di Bruno si inquadra in quel filone di pensiero elitario ed esoterico dalle origini antichissime in Occidente e ancora più in Oriente che si fa promotore della grandezza dell’uomo con l’enfatizzarne i poteri spirituali oltre ogni ragionevole limite, così che gli venga in uggia o gli appaia intollerabile la soggezione a qualcuno che gli prescriva ciò che deve pensare e ciò che deve fare.

Attraverso un processo di autosuggestione l’individuo s’immagina di essere l’autocoscienza assoluta, centro dell’universo, anima del mondo, una goccia nell’oceano dell’essere, identificato col puro pensiero, una scintilla del fuoco divino, un raggio del sole degli spiriti, circondato dall’orizzonte onnipervadente dell’infinito, debole e fragile apparizione dell’assoluto, naufragato nel mare dell’ineffabile, temporalizzazione dell’eterno, il mondo come volontà e rappresentazione. È il clima dell’idealismo da Parmenide a Plotino fino a Gentile e Severino.

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/attualita-di-giordano-bruno-seconda.html

Col concetto dell’essere abbiamo la più ampia delle nostre categorie o dei nostri predicati, categorie con le quali possiamo concepire tutto e ogni cosa, anche ciò che supera la nostra intelligenza, purchè sia una realtà. In tal modo Dio e il mondo, in quanto da noi pensati e concepiti, vengono ad essere inclusi assieme dentro il cerchio dell’essere, appaiono come un predicato inferiore e più ristretto del concetto e del predicato dell’essere. Appaiono come qualcosa di meno e al di sotto del puro essere, dell’essere come essere, appaiono come parti dell’essere intero o della totalità dell’essere.

Se il nostro concetto dell’essere include Dio e le cose, non vuol dire che l’essere superi l’essere divino o includa in sé l’essere divino, perché non esiste essere superiore all’essere divino. In altre parole, ciò non vuol dire che l’essere sia qualcosa di più ampio di Dio. 

Quando pensiamo alla totalità dell’essere, dobbiamo stare attenti a non confondere la totalità come categoria con la totalità reale dell’essere. Nel primo caso pensiamo Dio insieme col creato come fossero un unico essere. Nel secondo caso la totalità dell’essere è solo Dio.

L’essere divino non può essere un composto, una «sintesi», come credeva Hegel, di essere divino ed essere mondano, ma è l’essere uno e totale, completo, infinito ed assoluto, l’ipsum Esse per se subsistens. Questa identità in Dio dell’essere finito con l’essere infinito è l’aspetto di verità del panteismo.

Tuttavia è vero che le essenze delle cose, in quanto ideate da Dio, sono eterne come Dio. Questa è la parte di verità della metafisica di Severino. Parmenide ha confuso essere finito ed essere infinito, pensiero ed essere, e perciò è il fondatore dell’idealismo e del panteismo.

Immagine da Internet: Ermete Trismegistro 

11 agosto, 2025

Attualità di Giordano Bruno - Prima Parte (1/5)

 

Attualità di Giordano Bruno

Prima Parte (1/5)

 

Dedicato al Maestro dell’Ordine dei Frati Predicatori,

Fra' Gerard Francisco Timoner III

 

Ciò che Dio ha unito, l’uomo non lo separi

Mt 19,6

 

Il vostro parlare sia sì, sì, no, no

Mt 5,37

 

Perché il Papa fu così severo?

Il pensiero di Giordano Bruno, col suo caratteristico panteismo prometeico. è ancor oggi attuale per quei filosofi e teologi, oggi numerosi ed influenti, i quali, nell’intento di esaltare la dignità umana, si spingono talmente avanti e salgono talmente in alto, che non appare più la differenza fra la natura umana e la natura divina, ma il risultato di tale operazione non è tanto quello di credere di essere Dio, che è cosa tanto insensata, che essi stessi se ne rendono conto, quanto piuttosto è quello di credersi dispensati dall’obbedienza alla legge divina e di ritenersi liberi di regolarsi per conto proprio. Non dispiace loro tuttavia di immaginare un Dio conforme allo spirito del mondo, adatto alle loro voglie, che soddisfi i loro desideri carnali e le loro ambizioni corrotte dal peccato originale. 

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/attualita-di-giordano-bruno-prima-parte.html 

Il Card. Bellarmino aveva estratto dalle opere di Bruno otto proposizioni, alle quali Bruno, se voleva evitare la pena capitale, avrebbe dovuto abiurare. Purtroppo abbiamo perduto l’elenco. Ci è rimasta la prima proposizione, nella quale Bruno respingeva la dottrina della transustanziazione.

Sappiamo che Bruno aveva preparato un memoriale in sua difesa per Papa Clemente VIII, ma purtroppo è andato perduto anche quello. Anche gli atti del processo, durato sette anni, sono andati perduti perché Napoleone stoltamente li fece distruggere.

È una cosa tristissima non poter disporre di quei preziosissimi documenti, perchè avremmo potuto confrontare le posizioni, le accuse e i passi del Tribunale con le mosse di Bruno e gli argomenti da lui addotti, la cui vicenda interiore ed esteriore non può non suscitare nell’animo di ogni buon cattolico o studioso onesto un moto di compassione mista a sdegno.

Diciamo peraltro che Bruno non voleva essere giudicato in base ai dogmi della fede col pretesto egli aveva voluto fare solo filosofia. Ma dimenticava che in fin dei conti egli era un sacerdote apostata e che la sua filosofia, propugnando il panteismo, con ciò stesso cadeva in uno gnosticismo empio che pretendeva di conoscere Dio meglio di Gesù Cristo.

Immagine da Internet:  Monumento a Giordano Bruno, Campo de' Fiori, Roma

07 agosto, 2025

Continua la discussione con Giorgio Drudi sul corpo risorto

 

Continua la discussione con Giorgio Drudi sul corpo risorto

 

Cf. https://www.facebook.com/giovanni.cavalcoli/

https://www.facebook.com/photo?fbid=10233717460471417&set=a.3542564975961

https://padrecavalcoli.blogspot.com/2025/07/discussione-con-giorgio-drudi-sul-corpo.html 

Caro Giorgio,

come ti ho già detto il corpo umano vivente, vive su tre piani: sul piano biologico, con la vita vegetativa; sul piano psicologico, con la vita sensitiva; e sul piano spirituale, con la vita spirituale.

Il corpo umano quindi è un corpo fisico, biologico, sensitivo e spirituale, nel senso che è un corpo animato da uno spirito. Con questa espressione io però intendo fare una differenza dal corpo spirituale, del quale parla San Paolo, che è il corpo glorioso risorto.

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/continua-la-discussione-con-giorgio.html




Resurrezione dei morti, di Giovanni di Paolo

30 luglio, 2025

Il Mistero Eucaristico - III Conferenza del Servo di Dio P. Tomas Tyn - Parte Seconda (2/2)

 

Il Mistero Eucaristico

III Conferenza del Servo di Dio P. Tomas Tyn

 Parte Secona (122)

Ho il piacere di presentare questa terza conferenza del Servo di Dio Padre Tomas Tyn, dedicata ad una analisi teologica dell’atto della Consacrazione Eucaristica nella Messa, nonché della presenza reale di Cristo nell’Eucarestia e all’esame di alcune delicate questioni che nascono dalle riflessioni sul Mistero dell’Eucarestia.

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/il-mistero-eucaristico-iii-conferenza_30.html


 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Servo di Dio Padre Tomas Tyn, OP
 
 
 
 
 
 

29 luglio, 2025

Il Mistero Eucaristico - III Conferenza del Servo di Dio P. Tomas Tyn - Prima Prima (1/2)

 

Il Mistero Eucaristico

III Conferenza del Servo di Dio P. Tomas Tyn

 Parte Prima (1/2)

Ho il piacere di presentare questa terza conferenza del Servo di Dio Padre Tomas Tyn, dedicata ad una analisi teologica dell’atto della Consacrazione Eucaristica nella Messa, nonché della presenza reale di Cristo nell’Eucarestia e all’esame di alcune delicate questioni che nascono dalle riflessioni sul Mistero dell’Eucarestia.

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/il-mistero-eucaristico-iii-conferenza.html



 
 
 
 
 
 
 
 
 
Servo di Dio Padre Tomas Tyn, OP
 
 
 
 
 
 
 
 

28 luglio, 2025

Discussione con Giorgio Drudi sul corpo glorioso

 

Discussione con Giorgio Drudi sul corpo glorioso

Il mio recente articolo circa la questione se la Madonna ha conosciuto la morte ha suscitato l'intervento critico del prof. Giorgio Drudi, un seguace della teoria rahneriana della risurrezione immediata per tutti con un "corpo spirituale", per cui tutti al momento della morte sarebbero assunti in cielo in anima e corpo, come la Madonna.

Come può constatare il lettore, Drudi non è stato capace di controbattere con argomenti ragionevoli e degni di esser presi in considerazione.

Cf. https://www.facebook.com/giovanni.cavalcoli/

https://www.facebook.com/photo?fbid=10233717460471417&set=a.3542564975961

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/discussione-con-giorgio-drudi-sul-corpo.html

 


 

 

 

 

 

 

Immagine da Internet: 
Maria Assunta in cielo, Guido Reni

24 luglio, 2025

Dante iniziatore al mistero di Cristo. Un nuovo libro di Fabrizio Fabbri

 

Dante iniziatore al mistero di Cristo

Un nuovo libro di Fabrizio Fabbri

 

Un maestro che introduce a un altro maestro

Ho già avuto modo di parlare su questo blog del Professor Fabrizio Fabbri, insegnante di religione nelle scuole pubbliche, che da diversi anni sta compiendo un prezioso lavoro di introduzione al cattolicesimo utilizzando gli insegnamenti della Chiesa e degli scrittori cattolici.  Questa volta vi segnalo un recentissimo volume dedicato all’esperienza didattica di Fabbri relativa alla presentazione agli alunni della Divina Commedia di Dante.

Continuando il metodo espositivo seguìto in opere precedenti, l’Autore accompagna il resoconto della sua esperienza educativa con quello dei commenti  degli alunni, la lettura dei quali è sorgente per noi cattolici di grande soddisfazione per le loro reazioni favorevoli e a volte addirittura entusiastiche, soprattutto se teniamo conto di una situazione come quella delle scuole pubbliche, il cui clima culturale generale non si può dire certo che sia dei più favorevoli all’accoglienza e apprezzamento della letteratura cattolica.

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/dante-iniziatore-al-mistero-di-cristo.html 


 

18 luglio, 2025

Riflessioni sul peccato mortale. Quello che è male ai tuoi occhi io l’ho fatto.

 

Riflessioni sul peccato mortale

Quello che è male ai tuoi occhi io l’ho fatto

 

Introduzione

È raro che oggi si senta parlare di peccato mortale. In questi sessant’anni dopo il Concilio è avvenuto un cambiamento anche su questo punto fondamentale della vita cristiana. Ricordo infatti con quale facilità i sacerdoti, riguardo alla pratica della confessione, parlavano di peccato mortale, soprattutto in relazione ai peccati sessuali. In relazione a ciò ricordavano il fatto che il peccato mortale merita l’inferno.

Con molta facilità ci si accusava di peccati mortali e si avvertiva il prossimo che la tal cosa è peccato mortale. Diverse cose, soprattutto nel sesso, erano qualificate come peccato mortale. Si facevano casistiche nelle quali si diceva: questo è peccato mortale, quest’altro è peccato veniale. 

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/riflessioni-sul-peccato-mortale-quello.html

La certezza d’aver peccato, come Davide, è una grazia preziosa così come la certezza di essere in grazia, come spesso canta il Salmista. La prima ci spinge ad un emendamento sincero; la seconda ci incoraggia nelle buone opere e in grandi imprese per la gloria di Dio. Chiediamo a Dio questo dono ed Egli ce lo concederà.

L’anima umana ha una vita naturale inamissibile e una vita soprannaturale, divina, che è la vita di grazia, partecipazione della natura divina. Questa vita si attua nell’esercizio delle tre virtù teologali della fede, speranza e carità sostenute dai sette doni dello Spirito Santo. Il peccato mortale è il peccato che o toglie o spegne la grazia o ne impedisce l’azione.

Ecco perchè Davide nel prender coscienza d’aver peccato, non parla con sé stesso, ma parla con Dio.

Per comprendere il peccato mortale è utile prendere a paragone la morte fisica. Essa è certo il maggior male fisico che possiamo subire. Il pensiero della morte ci procura spavento, sconcerto, angoscia. Proviamo profonda ripugnanza al pensiero di dover morire e delle sofferenze che ordinariamente precedono la morte. Proviamo un senso di impotenza davanti a un fatto ineluttabile che si avvicina inesorabilmente giorno per giorno; è un fatto che ci apre un orizzonte profondamente misterioso davanti al quale ci sorge il dubbio se continueremo a vivere o sprofonderemo nel nulla. D’altra parte anche la prospettiva panteistica del mio ritorno nell’Assoluto può apparire grandiosa e geniale, ma in fin dei conti so io per primo che è pura fantasia.


Immagini da Internet:
- Il profeta Natan rimprovera Re Davide, Palma il Giovane, Jacopo il Giovane
- Pentimento di re Davide, Luca Giordano 

16 luglio, 2025

Fratellanza e ragionevolezza. Il messaggio di Papa Francesco - Seconda Parte (2/2)

 

Fratellanza e ragionevolezza

Il messaggio di Papa Francesco

 Seconda Parte (2/2)

 

 L’opera evangelizzatrice

Il Concilio Vaticano II ha riformato il metodo dell’opera evangelizzatrice missionaria e catechetica secondo modalità più consone al Vangelo ed adatte ad incidere sugli uomini di oggi. In precedenza era esistita una lunga tradizione, risalente agli inizi del cristianesimo, soprattutto quella di noi Domenicani, ma anche i Gesuiti e i Francescani, come anche appositi Istituti Missionari come i Saveriani e i Dehoniani, la quale aveva certamente prodotto abbondanti frutti, ma davanti all’avanzare della cultura moderna, stava mostrando difetti ai quali occorreva rimediare. In passato si badava molto ai risultati esteriori, meno alla persuasione interiore.

La conversione era più frutto dell’imposizione politica e della convenienza sociale che di un sofferto cammino interiore. Il Concilio ha scelto un metodo che punta decisamente più su di una paziente opera di persuasione che sulla convenienza sociale, garantendo nell’evangelizzando una scelta pienamente libera e responsabile, quindi radicata e convinta, pronto ad accettare  in certi casi anche una diminuzione del numero dei fedeli, ma col guadagno di conquistare più radicalmente e liberamente le coscienze.

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/fratellanza-e-ragionevolezza-il_16.html

Non ricordo che il Papa si sia mai fermato a commentare le parole severe del Signore verso coloro che non hanno praticato la misericordia: «via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli» (Mt 25, 41). 

Francesco ha insistito molto sul fatto che Dio perdona tutti e perdona tutto, sul fatto che vuol salvare tutti, che la Chiesa è aperta a tutti. Ma non lo abbiamo mai sentito dire che all’inferno non c’è nessuno, come gli fanno dire i buonisti. Ciò infatti sarebbe un’eresia, impensabile sulla bocca di un Papa.

Il Papa sembra invece considerare esclusivamente la gratuità della salvezza, in un modo simile a Lutero. Che dire? Se Francesco fosse un luterano, sarebbe un eretico, cosa impensabile in un Papa. Si tratta dunque di una precisa opzione pastorale di Francesco. Il fatto che abbia taciuto certe verità non vuol dire affatto che le abbia negate.

Con tutto ciò ed anzi direi proprio a causa di tutto ciò Francesco ci ha invitato alla speranza, e questo è stato il suo ultimo messaggio. Con questo messaggio ha terminato il suo cammino terreno ed ha iniziato il suo cammino celeste.


Immagine da Internet: Allegoria della speranza, Giorgio Vasari

15 luglio, 2025

Fratellanza e ragionevolezza. Il messaggio di Papa Francesco - Prima Parte (1/2)

 

Fratellanza e ragionevolezza

Il messaggio di Papa Francesco

 Prima Parte (1/2)

  

L’uguaglianza umana

Il filosofo Massimo Cacciari ha detto che con la scomparsa di Papa Francesco il mondo ha perduto un maestro di ragionevolezza. La sua frase può lasciare perplessi perchè in realtà Francesco, a differenza di Benedetto XVI, che arrivava a trovare del buono persino nella concezione illuministica della ragione, non ci parlava mai del potere e dell’importanza della ragione, come generalmente evitava il linguaggio filosofico.

E invece io sono proprio d’accordo con Cacciari. Basta riflettere sul significato filosofico del concetto di fratellanza, di origine evangelica. Essa è effetto della ragionevolezza, in quanto è la ragione, facoltà comune ad ogni uomo, quel potere spirituale che consente a tutti di sentirsi ugualmente fratelli. E per questo l’idea di fratellanza è congiunta con quella di uguaglianza.

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/fratellanza-e-ragionevolezza-il.html

In realtà c’è una differenza tra il concetto massonico di fratellanza e quello evangelico proclamato dal Papa: che il primo è un esser fratelli senza fondamento, perché manca Dio Padre, mentre il concetto cristiano è fondato sulla comune paternità divina. Può esistere infatti una fratellanza senza esser figli di un unico padre?

Bisogna dire allora che in realtà l’uguaglianza umana, rettamente intesa, così come l’ha intesa il Papa, benché effettivamente sia stata in qualche modo compresa ed apprezzata dalla massoneria, è logicamente collegata con quella  fratellanza che a sua volta, per essere compresa rettamente alla maniera genuinamente filosofica ed evangelica, dev’essere collegata con la ragionevolezza, che non è il puro e semplice possesso della ragione, che definisce l’uomo in quanto uomo, per cui essa è comune a tutti gli uomini, ma è il retto e sano uso della ragione, che si esprime nelle virtù della prudenza, della giustizia e della misericordia. In realtà una ragione usata male non è sorgente di fratellanza o di uguaglianza, ma di odio e divisione, come dimostra per esempio la ragione dialettica hegeliana.

Nell’enciclica Fratelli tutti Francesco fa una splendida apologia di quelli che già Benedetto XVI aveva chiamato «valori non negoziabili».

Ai due estremismi di destra e di sinistra, di passatismo e di modernismo, di lassismo e rigorismo, di disprezzo del Concilio e di falsificazione del Concilio, Papa Francesco, l’anno scorso, in occasione del VII centenario della morte di San Tommaso, ha posto come rimedio il realismo tomista, con un poderoso appello a prendere Tommaso, Dottore comune della Chiesa, come modello di teologo, come già aveva fatto il Concilio Vaticano II. Solo lo spirito di sintesi di San Tommaso consente infatti di comprendere ed apprezzare la sintesi di tradizione e progresso, di conservazione e rinnovamento che ci viene proposta del Concilio.

Immagine da Internet: Due bambini sulla strada, Chaim Soutine

14 luglio, 2025

Il dramma degli smemorati. Chi lo direbbe? Ai modernisti manca il senso della storia

 

Il dramma degli smemorati

Chi lo direbbe? Ai modernisti manca il senso della storia

Se c’è una cosa della quale i modernisti si vantano, e che riempie tutto lo spazio dei loro interessi, questa è proprio la storia. Per questo, mi rendo conto che l’accusa che rivolgo loro di non avere il senso della storia contrasta con l’idea che essi hanno di sé stessi e dev’essere provata. È appunto ciò che farò in questo articolo.

Essi infatti sono gli inventori della teologia narrativa, concepiscono Dio come storia, risolvono tutta la realtà nella storia, l’essere nel divenire, la teologia nella storia della salvezza. I loro maestri sono Lutero, Vico, Hegel, Croce, Dilthey, Heidegger, Walter Kasper e Bruno Forte. Tuttavia ha ragione Maritain nel riconoscere ad Hegel il merito di aver fondato la filosofia della storia. Per questo il loro vanto non è del tutto infondato. 

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Non basta comprendere i segni dei tempi, che cosa ci dice o ci ordina Dio oggi, sapere quali sono i problemi, i valori e i bisogni di oggi, ma occorre anche la memoria del passato, occorre conservare i valori immutabili e il deposito della fede, occorre recuperare ciò che abbiamo dimenticato e senza di cui non possiamo vivere.

Quando Paolo dice: «dimentico del passato e proteso verso il futuro» (Fil 3,13), non si riferiva al deposito della fede, ma ai propri peccati perdonati. Senso della storia vuol dire saper discernere nel passato ciò che è da abbandonare e cio che è da conservare ed eventualmente recuperare.

Il difetto dei modernisti è che non riescono a concepire valori stabili, incorruttibili e immutabili, che trascendono il tempo. Per loro muta la natura dell’uomo, muta il significato dei dogmi, muta la norma morale, muta anche Dio. Muta tutto.

Nessuno nega che esista una verità temporale ed è certo questa la verità storica e la verità della storia. Ma curiosamente modernisti e passatisti convengono assieme nell’ignorare che cosa è la verità, confondendola rispettivamente con la storia o con l’abitudine. I modernisti confondono il progresso con la sovversione. I passatisti confondono la conservazione con la retrocessione. Entrambi, invece di conciliare tradizione e progresso, li oppongono fra di loro, sia bloccando il progresso, sia mummificando la conservazione.

Immagine da Internet: Angelus Novus, Paul Klee